La forza di Titos Patrikios è la nostra. Il volume “Le parole nude” è uscito per Interlinea nel 2013 con le partecipi introduzioni di Giuseppe Conte e Katerina Papatheu. Patrikios è uno dei grandi poeti europei viventi, ha attraversato la “Storia” tra guerre e resistenza politica. Ha partecipato alla resistenza contro il nazifascismo, è stato imprigionato e torturato durante la guerra civile greca alla fine degli anni quaranta e ha lasciato la Grecia durante gli anni della dittatura fascista dei colonnelli. Oggi, nella contemporaneità che si determina, la voce di Patrikios chiama a raccolta le verità meno sentite e ascoltate: la comunità e la fraternità fra uomini, la visione di parole vere e uniche, in una società costantemente in vendita che non vuole in nessun modo ascoltare gli ultimi e i diversi. Totalmente votata all’omologazione, che pretende una schiavitù silenziosa, che crea false democrazie soggiogate da interessi e profitti. Si veda l’esempio lampante della questione Grecia e del suo popolo in questi ultimi anni e mesi. Patrikios non solo fa parte di una cultura vastissima che ha radici nelle idee fondamentali che portarono più di duemila anni fa alla nascita del pensiero e della cultura occidentale, ma anche della grande tradizione della poesia greca contemporanea, da Costantinos Kavafis a George Seferis, da Ghiannis Ritsos a Odysseus Elytis. “Le parole nude” è un libro che non teme la memoria, il dolore e la rabbia. Ogni parola non solo è nuda ma motivo di vita e libertà: “ Fradici scogli neri./ Un molo mai esistito./ Gesti d’addio/ che non vide nessuno./ Il lampione/ solitario/ sparge la sua polvere elettrica”. Grandi versi d’amore e d’opposizione, che pretendono una costante lettura silenziosa e ad alta voce che possa riverberare ancora poesia viva come azione umana di indipendenza e volontà. Ogni persona che muta se stessa muta anche il mondo e la realtà che vive, questo ci ricorda ogni testo di Titos Patrikios, nella piena e fondamentale vittoria della parola su ogni fonte di oppressione.
Luca Minola
Fine dell’estate, VI
Io non sono solo quello che vedi, quello che sai
non sono solo quello che dovresti capire.
Ogni superficie della mia carne, la devo a qualcos’altro,
se ti sfioro con la punta del dito
ti sfiorano milioni di persone,
se ti parla una mia parola
ti parlano milioni di persone-
riconoscerai gli altri corpi che danno forma al mio?
ritroverai le mie orme tra miriadi di impronte?
mi distinguerai muovere nella marea della folla?
Io sono anche quello che fui e che più non sono-
le mie cellule morte, le morte
azioni, i pensieri morti
tornano le sere a dissetarsi nel mio sangue.
Sono quello che non sono divenuto ancora-
dentro di me martella l’impalcatura del futuro.
Sono quello che devo divenire-
intorno a me gli amici esigono i nemici vietano.
Non cercarmi altrove
soltanto qui cercami
soltanto in me.
La poesia si fa
La poesia si fa
senza suoni melodiosi
senza colori
solo con segni in bianco e nero
con neri e bianchi silenzi
con fonemi neri e bianchi.
La poesia si fa
senza parossisimi del corpo
essi sono per quel che viene prima
e quel che viene dopo.
Resistenza della memoria
Forse del corpo
quello che più si dimentica
è il piacere.
Nota biografica.
Titos Patrikios è nato ad Atene nel 1928. Ha attraversato la resistenza antitedesca, la guerra civile greca e il confino. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui “Il Grande Premio di Letteratura dello Stato Greco nel 1994 e nel 2004 il presidente della Repubblica Italiana gli ha conferito l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica per il suo contributo allo sviluppo dei rapporti culturali tra l’Italia e la Grecia. Si ricordano anche il Premio Brancati, Zafferana Etnea 2007, Premio internazionale di Poesia Civile di Vercelli 2009, Premio Letterario Internazionale l’Aquila -Carispac 2009, Premio Feronia Città di Fiano 2011. In Italia sono usciti i seguenti libri di poesia: La resistenza dei fatti, Crocetti 2007, con la traduzione di Nicola Crocetti, La casa e altre poesie, Interlinea 2009, curato da Nicola Crocetti.